martedì 12 aprile 2016

Un ponte per Terabithia

Jess è un ragazzino solo, malgrado la numerosa famiglia, finché non conosce Lesley, una coetanea fuori dall’ordinario, e dà vita con lei a un regno magico e segreto destinato però a non durare a lungo. Ma un mondo magico da agli occhi la possibilità di vedere oltre la morte, e ritrovare, ritrovarsi.
Raccontare come il mondo di magia e avventure costruito da questa bellissima amicizia è svelare forse un pezzo del finale, ma in questo raccontare la cosa che fa di questo libro un libro straordinario è proprio questa. Un giorno Jess mancherà l'appuntamento, Lesley andrà nel loro bosco da sola, e morirà per un incidente: quello che rimane aggrappato a chi legge e a Jess è quel loro mondo fantastico, che lo aiuterà a superare il vuoto dell'assenza, il senso di colpa di non esserci stato, la mancanza e un mondo adulto denso di dolore e incapace di immaginazione. Un libro su quel potere magico che ha l'amicizia, che non è scardinabile da mostri immaginari o da mostri reali, dove i mostri della vita, insegnanti, difficoltà, e in fondo la morte, possono essere sconfitti da una forza fatta di fiducia, fantasia e amicizia sopra ogni confine.
Una grande scrittrice per ragazzi e un libro che è rimasto nell'immaginario, edito per la prima volta nel 1997 dalla Piemme, Un ponte per Terabithia ha  dato i natali alcuni anni fa a un film, troppo spettacolarizzante forse rispetto al libro ma di grande impatto.

Un ponte per Terabithia le valse la Carnagie Medal, la Newbery Medal, ed è considerato uno dei libri che la portarono a vincere l'H.C. Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l'infanzia e l'Astrid Lindgren Memorial Award. Andate a scoprirla qui.

Katherine Paterson, Un ponte per Terabithia , Mondadori (precedente edizione Piemme, 1997)


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